Legnano - Il palco ormai leggendario del Rugbysound, inserito nel contesto del castello di Legnano, martedì 2 luglio è stato teatro di una serata che verrà ricordata a lungo dagli appassionati di hardcore punk. Due icone del genere, gli Agnostic Front e i Suicidal Tendencies, si sono esibite in uno spettacolo intenso, carico di energia e pura adrenalina.
Negli anni '90, sia Agnostic Front che Suicidal Tendencies hanno dovuto destreggiarsi in un panorama musicale in rapida evoluzione. Mentre il grunge dominava le classifiche e l'industria musicale si orientava verso suoni più commerciali, entrambe le band hanno mantenuto la loro integrità artistica e una fedeltà incrollabile alle loro radici hardcore. Gli Agnostic Front hanno continuato a sfornare album potenti come "Something's Gotta Give" (1998), mentre i Suicidal Tendencies hanno sperimentato con diverse sonorità, mantenendo sempre un piede in due scarpe: uno nel mondo del punk e un altro nel mondo dell’hardcore.
La serata è iniziata con l'ingresso in scena degli Agnostic Front. Formatisi nel 1980, la band newyorchese ha giocato un ruolo cruciale nella definizione del sound e dell'attitudine dell'hardcore. Con il loro album di debutto "Victim in Pain" (1984) ha stabilito un nuovo standard di brutalità e velocità, influenzando innumerevoli band successive. Roger Miret, il carismatico frontman, ha dominato il palco con la sua voce grind e potente, incitando il pubblico più volte a scatenarsi in un pogo sfrenato. Sinceramente senza averne troppo il bisogno, visto che fin dalle prime note è stato subito: delirio! Al suo fianco, Vinnie Stigma, con la sua chitarra tagliente e le sue movenze inconfondibili, ha confermato di essere una colonna portante della band e dell'intero genere. Tra i brani eseguiti, "For My Family" e "Gotta Go" hanno fatto esplodere l’entusiasmo generale culminato con la finale cover dei Ramones “Blitzkrieg bop”, manco a dirlo, magistralmente eseguita sul palco sopra, e ballata sul terreno sotto.
Dopo una breve pausa-birra per riprendersi, è stato il turno dei Suicidal Tendencies. Nati a Venice, California, anche loro negli anni ‘80, sono diventati noti per la loro combinazione unica di hardcore punk, thrash metal e skate punk, dopo una lunga gavetta di quasi 10 anni. Il loro album omonimo di debutto del 1983 può essere considerato molto più avanti del loro tempo con brani iconici come "Institutionalized". Ma è 7 anni dopo, nel 1990, che con l’album "Lights...Camera...Revolution!" la band raggiunge il successo planetario di classifica. Tra lampi minacciosi nel cielo all’orizzonte, Mike Muir, il frontman dal cappello a visiera larghissima inconfondibile, ha trascinato il pubblico in un viaggio sonoro che ha attraversato i momenti migliori della loro carriera. La band ha eseguito i brani come "You Can't Bring Me Down" e "War Inside My Head", dimostrando una volta di più perché sono considerati pionieri del crossover thrash. La presenza scenica di Muir e la precisione tecnica del resto della band, in particolare del talento impressionante di Tye Trujillo, bassista, figlio poco più che adolescente del popolare Robert, membro dei Metallica, hanno reso ogni canzone un'esperienza travolgente.
Il culmine della serata è arrivato con l'ultimo brano dei Suicidal Tendencies, quando Mike Muir ha invitato il pubblico a salire sul palco. In un attimo, decine di fan si sono riversati accanto ai loro idoli, trasformando tutto in una festa collettiva di musica e passione. Un momento di pura follia, difficile da dimenticare per quei pochi fortunati ed espressione simbolica, del tangibile e profondo legame che esiste tra questa band e i loro fan.
Concerto memorabile, come i tanti appena passati e che restano da qui alla fine di questa grande edizione del Rugbysound “2024 edition”.
Matteo MANDELLI #assefocale
GALLERIA FOTO : Matteo MANDELLI #assefocale
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