LEGNANO - Come prestigiosa e ultima tappa delle cinque che hanno attraversato l’Italia prima di proseguire verso il Nord America, ieri sera è sbarcato, al “Galleria” di Legnano, il leggendario chitarrista, Steve Hackett.
Non ha bisogno di presentazioni essendo uno dei più apprezzati, seguiti e studiati musicisti-compositori del panorama rock mondiale. Steve Hackett, che si è esibito accompagnato da Roger King alle tastiere, Craig Blundell alla batteria, Rob Townsend al sax e flauto, Jonas Reingold al basso e Nad Sylvan alla voce, è stato insieme a Peter Gabriel prima, e Phil Collins poi, una delle menti artistiche dei GENESIS, la band britannica che ha prodotto un susseguirsi di pietre miliari della musica contemporanea, influenzando musicisti di tutto il mondo per più di un paio di generazioni. L’occasione della serata è stata la proposizione di quel grandioso distillato di suono e melodie prodotto dalla band inglese, e confluito nel 1972, nell’album “Foxtrot”, di cui ricorre, proprio quest’anno, il cinquantesimo anno dalla pubblicazione.
Tutto lo show è stato concepito su questo assoluto capolavoro del Prog Rock che anche, e soprattutto in Italia negli anni 70, ha raccolto consensi e vendite per certi versi inaspettate. Forse per tradizione culturale molto legate al ricamo “classico” che questo tipo di sonorità porta dentro di se, il nostro, fu uno dei paesi più ricettivi verso il “Progressive”. La storia dice, che proprio grazie al grande consenso ottenuto in paesi come l’Italia, i Genesis furono poi scagliati nell’olimpo del rock mondiale. Basta vedere il successo di pubblico di questa sera a Legnano e i recenti passaggi da queste parti di band come PFM o Jethro Tull per avere una ulteriore conferma, di come questa musica sia molto seguita.
Lo spettacolo è stato davvero incredibile e le atmosfere create dalla band, in un ritmo altalenante di arpeggi medievali e cavalcate elettriche ha portato il pubblico tra luci ed effetti in abbondanza, ai richiami degli anni ‘70. Un periodo culturale sicuramente superato, ma mai antico o dimenticato. Anzi, un’Era che ha fatto fiorire questa musica che ancora oggi può, e deve dire ancora la sua. A più riprese il pubblico che ha gremito il teatro in ogni ordine di posto, si è lasciato andare a vere e autentiche ovazioni, sottolineando l’ammirazione e la bravura di questi virtuosi Maestri di musica che hanno portato al limite, ogni loro singolo strumento. Oltre al grande manico di Hackett abbiamo così potuto ammirare dei Sax e fiati impressionanti, un rarissimo assolo di basso accompagnato dal battito delle mani del pubblico, per non parlare delle stupefacenti tastiere di Roger King e il ritmo incalzante di una batteria suonata in modo eccelso da un in formissima Craig Blundell. L’indimenticabile serata si è chiusa con numerosi bis e applausi del calorosissimo pubblico. Non poteva essere altrimenti. Steve Hackett è un chitarrista presente ormai nelle enciclopedie della storia della musica e la cui varietà di tecniche stilistiche, dal “tapping” allo “sweep picking” viene studiata nelle scuole di musica di tutto il mondo. Così come è risaputo che Il rock, dopo l’avvento dei Genesis non è più rimasta lo stessa cosa.
#Matteo MANDELLI
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